sabato 2 gennaio 2016

da "Le carte dei poeti", mostra al Museo Civico Villa dei Cedri, 2015


Enrico della Torre, Materie, 1990, pastello su carta




Gilberto Isella, Materie,

Quella tavola azzurra,
che antiche piste deduce
da un orizzonte finito in guazzo

Ora esso è lì, col gioco luminoso
dei suoi scarti
aggrazia due scimmie speculari
ne salva i profili in pure essenze

Per la materia
è tempo di salpare
verso l’arbitrario più nascosto

Portico scavato sotto strada,
oscura brezza in trasparente libagione

E per giri di aperto e chiuso
come per catturare porte
un soffio
il più-che-terrestre
sposa il gesto dell’imitante




Sergio Emery Ville venete, 1983 tecnica mista su carta



Rosa Pierno, Ville venete

Con le bambole di pezza si tiene ancorato alla terra, a essa legato senza remissione. Bambola è simulacro di sé, oggetto di scambio che salva entrambi i contraenti: uomo e sistema. Bambola ti sta affianco, ti assiste nel viaggio, ti sostiene crudelmente, digrigna i denti, ti porge, come serpente, realtà adulterata e monca. Ti insinua in scorci parziali, artefatti, in paradisi artificiali. Bambola è viatico per attraversare la desolata landa di polvere e fango o galleggiare sull’acqua con lo sguardo rivolto alla sgombra celeste volta.   Il nero, appesantendo con la sua zavorra le lievi parti chiare,  sottolinea l’estraneità delle membra, distanti dal corpo vivo, che dall’angolo osserva lo spettacolo. Eppure, esse ancora afferrano la mente, trainando in vorticosi moti, sfondando l’immobilità della materia inerte. Ignude, e coi cerchiati occhi, prive di arti,  vitalissime e smorte, del medesimo colore della cenere, s’involano come libellule in un promesso cielo ove il pensiero alligna e non demorde.




Dal catalogo “Le carte dei poeti”, mostra al Museo Civico Villa dei Cedri, Bellinzona, 2015, edizioni Pagine d'Arte 

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