Le opere di Paolo Di Capua offrono una
risposta alla questione del fare. L’artista utilizza delle forme ed il loro
potenziale comunicativo per ripiegarle su una dimensione a suo avviso molto più
essenziale: la loro natura di atti, di comportamenti, di exempla. È un pò come
dire che l’artista sostiene che il problema basilare per l’arte è appropriarsi
di una forma, che è anche il nucleo da cui si origina un’immagine, e
trasformarla in un atto: la forma perfetta di un comportamento, l’immagine di
una moralità. Le sue opere si presentano quasi come atti grezzi, non lavorati,
anche quando la loro realizzazione ha richiesto dosaggio di mezzi e soprattutto
lunga elaborazione. È il caso di Crescita
di piante notturne (2001-2003) che ha richiesto un lungo lavoro di
preparazione per riunire in un’unica arena, più che una foresta, un orto
botanico di “possibili-impossibili piante di ogni e vario tipo”. L’autore sembra piuttosto interessato alla
fluidità, al mutare sia dei significati di ogni singola opera a seconda di cosa
sta loro accanto e di dove sono, sia dello sguardo dei suoi osservatori.
Esempio chiaro e lampante Crescita di
piante notturne: la sua moltitudine di steli, virtualmente infinita, altera
quasi completamente la leggibilità dei motivi, che quasi scompaiono nel
reciproco accostamento e frastuono: si trasformano non appena si crede di
averli identificati e forse riconosciuti, lasciando un'idea molto concreta di
equilibri e confini vaghi. Soprattutto di una infinita moltitudine di diversità
nell’identità. L’insieme produce una spazialità assai sofisticata ed altrettanto
complessa generata dalla difficoltà, o impossibilità, per lo spettatore di
assumere un punto di vista definitivo rispetto sia alla posizione di quanto
riesce a vedere sia alla propria personale posizione. Qui, come in numerosi
progetti antecedenti, la distinzione tra ciò che è e ciò che potrebbe essere -
o mai sarà, se non simbolicamente -, tra astrazione e immaginario trova il suo
senso più compiuto.
Mario de Candia
PHOTISSIMA
ART FAIR VENEZIA 2015, “This is Contemporary Art”
Archivio di Stato, Chiostro dei Frari - Campo
dei Frari, San Polo,
3002 – 30125 Venezia, dal 18 settembre al
30 ottobre
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