martedì 5 aprile 2011

Susanne Kessler in mostra a Roma


“Vortice” mostra presso la galleria Monty & Company  in via della Madonna dei Monti 69, Roma, dal 22 marzo al 21 aprile 2011

L’installazione presentata da Susanne Kessler avvolge la colonna centrale dello spazio della galleria Monty & Company (che con il suo sapore antico è perfetta cornice) con i suoi nastri e creando un moto a spirale, vorticoso, appunto. L’invasione dello spazio che la Kessler ottiene con le sua struttura è una sorta di azzeramento dello stesso. Non si rimane estranei o non coinvolti di fronte a questa presenza mobile e invadente, strana materia attribuibile sia all’organico sia all’inorganico: ed è questo, a nostro avviso, il punto essenziale. Organico e inorganico quanto sono separati fra di loro e da che cosa? La vita può costituire la differenza? E se fosse morto organismo, in via di mineralizzazione, noi, al di là delle categorizzazioni scientifiche, che cosa potremmo pensarne, quanto varierebbe la nostra riflessione? E mentre la guardiamo, la struttura, la quale si serve di una rete metallica per acquistare volume e contemporaneamente rampare nello spazio, avvinghiandosi e avvoltolandosi su se stessa e su quello che incontra sul suo percorso,  riattivando molteplici percezioni sensoriali, a tratti ci provoca epidermiche vibrazioni, a tratti fascinoso rapimento. Non lontane dagli studi di W. Thomson D’Arcy, raccolti in “Crescita e forma”, queste opere sembrano affrontare il problema della costruzione della forma in natura: non solo di quelle che presentino progressione numerica (Fibonacci) ma soprattutto quelle casuali, a cui però non può non riconoscersi un’insistenza che si agglomera comunque in una forma.

Ad accentuare la sensazione del materiale incongruo eppure in espansione, inerte eppure pulsante – si guardino le teche di plexigas che contengono quello che è possibile definire come un vero e proprio museo delle mirabilie cinquecentesche e seicentesche – è ciò che di quelle forme resta una volta che con la carta si siano rintracciate le direttrici di sviluppo delle forme, le membrane, i vasi sanguigni. Ma anche sorta  di stadi che precedono quello fossile, schemi che servono per individuare le relazioni, gli sviluppi, le trasformazioni della materia. Modellini in ferro e carta come una volta erano di spago e cera (si pensi ai modelli dei vasi sanguigni nella cappella Sansevero a Napoli). Certo, avere scelto la carta ha un valenza particolare, poiché i segni rossi e neri che accompagnano le volute delle strisce ritagliate appartengono al regno dell’artificio, della cultura, inevitabilmente connesso con il mondo dello studio della natura.

Il disagio fisico per la rimembranza tattile di mollezze verminee e di cartagilinei scheletri  che esala dalle installazioni e dai disegni di Susanne Kessler è anche quello relativo a qualcosa che ci circonda e che spesso non vediamo, al mondo dei batteri o degli insetti o anche appartenente al regno del mastodontico: non pare forse anche un’immensa foresta quella che si ramifica ricoprendo la colonna centrale della galleria? C’è dunque, dicevamo, disagio, ma anche meraviglia per il lussureggiante moto di una vegetazione inscenata dalle strisce di carta o di tela che voltolano col vento o col respiro del fruitore, fluttuano nell’aria ma che intanto poggiano su una struttura rigida, non eludibile, e che sono concorrenziali nell’uso del medesimo pavimento e aria e soffitto,  di fatto condividendo con noi il nostro spazio esistenziale. Vicinissimi a noi, già penetrati nella nostra interiorità.

                                                                                                                Rosa Pierno
http://www.montyecompany.com/

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