Non si pensi che sia fulminea illazione accostare i testi di un poeta alle immagini visive a cui si dedica in via alternativa. Inevitabilmente, più che crearsi nella fruizione, si rintracciano nelle diverse forme espressive, come concrete tracce, le persistenze della medesima personalità all’opera.
In anteprima presentiamo due poesie inedite e due fotografie di Marco Furia in una sorta di patto stretto che esse formano ai nostri occhi di cui vi indichiamo parentele, rintracciamo corrispondenze, seguiamo scarti e deroghe, in ogni caso tutte in sonora relazione. Poiché i rapporti visivi e non, quando così astratti e rarefatti di particolari, risuonano più limpidamente come fossero, appunto, rapporti sonori.
Naturalmente i trapassi tra testo e immagine sono flebili, indicativi, aprono brecce più che determinare corrispondenze. Ad esempio, come nella poesia “Immobili zampilli”, in cui l’inaspettata sorprendente agave ingloba gli “immobili zampillii” tramite l’aggettivo verdi, e il fruitore può utilizzarla come modalità di lettura dell’immagine “Formiche”, in cui il contorno di un oggetto qualsiasi è reso, tramite elaborazione, frastagliato ed eroso a tal punto che consente all’immagine di essere veicolo per una metafora visiva: manciata di formiche che si muovano frenetiche.
Nella poesia “Vivida, aerea scaglia”, in quel sulfureo “limite vivo / espressa” non si prefigura forse quel che crediamo visualizzabile nell’immagine “Bianca frontiera” in quanto il limite non è detto che sia un concetto monosemico, matematico, ma che si ammanti invece delle ambiguità e delle indecisioni della lingua?
Vi invitiamo dunque a questa molteplice immersione….
Immobili zampilli
Immobili zampilli
verdi, vive
di agave fattezze
acuminate
lunghe, robuste foglie
su scogliera
integri, curvi nastri
alti, sospeso
caparbio, aereo intreccio
pur nutrito
da secche zolle misere
d’esiguo
pugno di terra, minimo
balcone
tra rocce aguzze, ultimi
confini
opposti ad acqua (forse
nulla frase
vegetale silenzio?
Giammai eco
tacito segno?), incolume
carnoso
di linfa ricco, rigido
ricamo
pennacchio, saldo ciuffo
zitto assolo
vivido, indenni fogge
tratti radi
d’infiorescenze (stile
in tutto muto?)
Vivida, aerea scaglia
Vivida, aerea scaglia
attimo, breve
riverbero, barlume
(forse gioia
d’esserci? Desiderio
d’ogni andare
dove? Quando? Perché?)
limite vivo
espressa, non ambigua
repentina
ritmica brillantezza
di colori
riflessi, lemmi, lingua
già canzone
aromatico soffio
corsa d’eco
itinerario, musica
profumo
esatto verbo (forse
incerto, vago
preciso tocco?), nitide
vivaci
armoniche cadenze
tersi stili
arpeggi subitanei
non ignava
sì fulgida grammatica
poi bui
taciti lineamenti
(melodiosi?)
Marco Furia
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