lunedì 30 ottobre 2017

Federico Palerma, mostra presso lo Spazio M&M, Genova dal 19 ottobre al 4 novembre 2017





Un pulsante cuore di pigmento rosso che si direbbe più intrappolato dalle vene d’inchiostro che loro motore. È come se da un’analogia fisica, da un referente reale, si passasse a un groviglio arterioroso di nero, all’astratto. I condotti esplodono sotto una forza espressiva che pompa energia vitale. Tuttavia, la metafora pare non risolversi, non fa trascorrere da un referente a un altro, né a un suo luogo figurato, ma innesca un’oscillazione perenne. Inchiostro è davvero flusso vitale, nell’esplosivo raptus che consegna alla carta il suo moto irrefrenabile.

Il rosso traspare, a tratti si mischia, poi ne è sopraffatto: il nero scroscia come acqua che risalga da interiora incandescenti. A tratti il segno più che ricoprire, sovrapporsi con veemenza, scava, tentando d’inabissarsi nuovamente: quello che è venuto alla luce già solo per questo è divenuto diverso, si è come ossidato, non può più ritornare all’intimità precedente. È segno. 

La metamorfosi negativa da energia a segno, da segno a traccia scavata, denuncia un passaggio irreversibile della materia mentale. Assimilando anche l’emotività al mentale, si ottiene la logica come alter ego dell’immagine: estranea, ma non espulsa, poiché tale vigore espressivo la uncina in un saldo legame.

Il segno arterioso vale anche come reminiscenza arborea. Sarà una foresta di alberi scheletriti, carbonizzati, a scandire lo spazio dell’opera, a creare i piani attraverso cui si snoda la continuità spaziale. Certi scrosci di bianco si sovrappongono per creare ulteriori piani, quinte più prossime a coloro che guardano, allontanando al contempo l’ultimo piano che interseca l’orizzonte.

Inoltre, le linee spezzate, rendono il ritmo distinguibile. Composto da alternanze di angoli acuti in rapida successione, con repentina variazione di direzione, tale tracciato va a campire lo spazio esistenziale. È certo una dichiarazione sulla percezione del profondo: distanza, tensione, ostilità, minaccia sono i  frutti che si raccolgono su tali rami.

Ecco che però tale esistenziale spazio è di fatto spazio costruito, presenta una struttura per cui avevamo prima parlato di una logica tenuta sempre al laccio. La linea spezzata sembra in tal modo risuonare proprio su tale scontro; le appuntite armi e taglienti ci inducono a credere che mai sia conciliabile la disputa.

Il tempo appare schiavizzato da tutte queste forze che lo costringono, che con varie pressioni e relativi rilassamenti, lo rendono non più uniforme. La dimensione cronologica presenta lacune e trame a tratti inconsistenti, diversamente dallo spazio che offre una salda presa all’esercizio della forza soggettiva. Sebbene la musica sia quasi una sorta di ambiente privilegiato, la fune che sostiene l’artista genovese nelle sue evoluzioni, non è il suo ritmo che ci pare costituire l’elemento principale, ma, appunto, lo spazio.

Quando non è il gesto a dominare, la struttura si fa più evidente, si placa il flusso espressivo, i piani e i volumi vengono costruiti con colori primari, quasi un alfabeto elementare.  E lo si può maggiormente notare nei grandi olii che presentano bande di nero, le quali percorrono lo spazio in direzione univoca, quasi a saggiare la profondità celata nel piano.

Che sia il soggetto l’oggetto referenziale di tali opere è a noi del tutto evidente, ma è un soggetto che disegna per uscire dallo stato di afasia in cui il mondo altrimenti lo chiuderebbe. Solo planando o sgorgando sulla carta, il segno ritrova la concatenazione con la logica e dunque una possibile efficacia progettuale: ogni esistenza umana è nulla senza un progetto espressivo. Dagli scrosci di segni, dagli ingorghi dei suoi affastellamenti, l’energia positiva si distacca dall’opera e c’ingloba, ricostruendo quella catena di relazioni che per Federico Palerma è irrinunciabile, così come per noi ammirare le sue opere.

                                                                                              Rosa Pierno



Federico Palerma insegna Pittura all’Accademia Ligustica di Belle Arti. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali, in Italia e all’estero. Vive e lavora a Genova.


Spazio M&M
Via Perosi 13 canc.
Genova 
dal martedì al sabato




Nessun commento: