sabato 28 settembre 2019

Marco Furia su un quadro di Heinrich Hansen, 1861


Heinrich Hansen, “Castello di Frederiksborg, la partenza della caccia al falcone reale”, 1861, olio su tela, Collezione privata


Nel 1861, Heinrich Hansen dipinse “Castello di Frederiksborg, la partenza della caccia al falcone reale”.
Sotto un cielo turchese, non privo di bianche nubi, s’innalza, affacciata su una vasta piazza, la mole del castello di Frederiksborg, complessa struttura dai tratti delicati.
Imponenti palazzi laterali costituiscono le quinte di una veduta la cui dinamica raffinatezza è ricca di fascino.
Ho usato l’aggettivo “dinamico” riferendomi non soltanto agli agili movimenti di alcuni cani e a quelli, più pacati, di certi esseri umani coinvolti nell’episodio (i cavalli sono tutti in statica attesa), ma anche al castello, la cui solida leggerezza, che sembra partecipe della natura gassosa del cielo, suggerisce la presenza di un’intima mobilità strutturale.
Forse quel grandioso edificio è stato ancorato al suolo al fine d’impedirgli di librarsi come un insolito aerostato dai mille pinnacoli.
Qualcosa di magico è presente in quest’opera che stupisce per la raffinata precisione dei tocchi.
L’evento rappresentato è quello della partenza per la caccia al falcone reale e se, senza dubbio, il senso della regalità è ben presente, gli evidenti lineamenti maestosi tendono a confondersi con un’elegante delicatezza in grado di attenuarli.
Immaginiamo che in quel castello incantato dimori un lungimirante monarca la cui autorevolezza è talmente indiscussa da permettere di poter essere quasi ignorata.
Governare il mondo mantenendo nei suoi confronti le opportune distanze: questo è il privilegio del sovrano.
Tra quelle mura, di certo, vengono spesso trattate importanti questioni, ma ciò che soprattutto importa è l’eleganza architettonica dell’edificio.
Il potere, nella nostra fiaba, non si manifesta per via di rozze pratiche, ma in virtù di una valenza estetica capace d’infondere fiducia nei sudditi: una magnificenza imponente e, nello stesso tempo, gentile suggerisce l’idea di una guida non intransigente e saggia.
In quella piazza popolata (ma non affollata) pare ovunque diffusa un’atmosfera di alacre (serena) attesa: tutti, animali compresi, sono consci dell’importanza dell’imminente battuta.
Lo svago del re non è fine a sé stesso, è, in ogni modo, gravido di rilevanza pubblica, sicché a esso occorre dedicarsi con il dovuto zelo.
Uno zelo evidente negli abiti indossati, eleganti ma comodi, che fanno pensare a sarti molto esperti.
Lo spettacolo del potere è già potere?
Innanzi al castello di Frederiksborg dipinto da Hansen, è difficile sostenere il contrario.
C’è di più.
L’opera rappresenta un castello realmente esistente (gli studi del nostro artista furono utilizzati per la ricostruzione successiva a un incendio verificatosi nel 1859), nondimeno, ormai, è un vivido luogo della fantasia da cui possiamo partire per immaginare mille e mille meravigliose storie.
Una rappresentazione realistica, così attenta ai particolari e agli aspetti cromatici, può essere fiabesca?
In questo caso, lo è.

                                                                                  Marco Furia



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