lunedì 18 gennaio 2016

Bertrand Dorny e Bernard Noël “Alberi” edizioni Pagine d’Arte, 2015


In edizione bilingue, italiana e francese, nella collana ciel vague, le edizioni Pagine d’Arte ci riservano un’altra splendida opera grafica Alberi con testi poetici di Bernard Noël e opere fotografiche di Bertrand Dorny, anche se difficilmente si accorda a queste ultime l’appartenenza alla produzione fotografica, travalicando esse nel disegno.

Nato dapprima come libretto d’artista tirato in sette esemplari è stato poi ripreso da Matteo Bianchi e Carolina Leite, i quali presiedono alle scelte editoriali di Pagine d’Arte, per essere offerto a un pubblico più vasto. Nonostante ciò, l’edizione stampata riesce ad offrire, per cura e raffinatezza, la sensazione creata da quella originale, nella quale le poesie erano redatte a mano e le foto incollate su carta.

Il titolo originale dell’opera è emblematicamente Ecrire dans l’aire ed è del 2013. Le immagini si situano ambiguamente tra fotografia e disegno, quasi un omaggio al metamorfismo che, di fatto, è operazione che resta rara nell’ambito delle opere d’arte (si pensi al collage nei quadri cubisti o all’iperrealismo in cui la pittura si finge precisa come il risultato del mezzo fotografico).  I rami degli alberi paiono di grafite e s’inerpicano negli spazi bianchi quasi forati dal lucore della carta, fingendo, con le lacune nella grana, i pori, appunto, del foglio.

Il cielo oppone i suoi segni voluminosi e morbidi agli scheletrici rami, spogli e puntuti. L’artista colleziona, con ogni immagine, varie modalità di contrasto della scala dei grigi. La medesima opera, quindi, è replicata presentando di volta in volta un cielo assente, lievemente mosso o grevemente drammatizzato, mentre i rami e il tronco acquisiscono una maggiore scabrezza (i giochi della luce contribuiscono a donare volume al fusto) inversamente proporzionali a ciò che avviene sullo sfondo.

Il testo poetico, che trae la propria ragion d’essere dal dialogo con le suddette opere visive, ne risente e lo declama a piani polmoni, anzitutto costruendo la rete di relazioni che legano l’albero agli altri elementi, ma intendendoli metaforicamente come scrittura e con ciò ponendosi subito sul crinale che denuncia la propria operazione come metatesto: “linfa e senso vi mescolano terra e aria / il nostro pensiero ha perduto questo sapere / cerca l’accordo che lo sappia rinnovare  / ma l’orizzonte muta ancora di posto”  intendendo con questo che la percezione e la consapevolezza dello scarto con l’immagine resta faglia aperta e problematica.


                                                                             Rosa Pierno

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