mercoledì 11 dicembre 2013

Gilberto Isella "Vademecum per dilettanti", inedito 2012

Un precipitato di organico e inorganico, di anima e corpo, di materico e di astratto si condensa in queste rastremate paginette, inedito di Gilberto Isella, Vademecum per disattenti, datato 2012, per collassare nel palmo della mano. Non certo un trattato filosofico, né un racconto lineare, ma la folgorazione della favola che si incarica del compito di tenere tutto insieme come fosse un’unica sostanza, poetica per antonomasia.

Nel mondo non c’è soltanto ciò che non esiste: tutto ciò che è stato pensato occupa uno spazio. In un proliferare di  mondi  nascosti o insaccati l’uno nell’altro i quali definiscono dimensioni inesauribili, la mente trova regioni esplorabili soltanto se sa procedere assieme a tutte le altre facoltà mentali. Persino le impervie aree del misticismo, del profetico vengono reclutate al fine di comporre la totalità: per Gilberto Isella sogno ancora possibile, anzi realizzato!

Gilberto Isella

Vademecum per disattenti


un pneuma alato
con ali agitate da venti contrari
e nel mezzo una coda di mondo
in stallo
*



 l’astro caduto sul palmo parla alla mano:
“muoviti, amica larva a cinque punte!”
poi la vede ascendere
evolvere in stella
con innocente foga piangerlo dal cielo
*







di bolla in bolla sbietta
sbanda
si dilegua
quel sapone che reggeva
correggeva
mondi
*



distratta, la parola
dal suo imperscrutabile androide
esclama  i non nati gli andati giù nei solchi oscuri
delle cose
gli infilati nei bracciali del nulla
*







becco d’anatra in ruolo di maniglia
s’alza s’abbassa
spinge
e fa stridere nell’inguine che adora
l’eldorado di una porta
*



o memoria! disattenta camera d’acqua
che ha gusci di paesaggio
dove un solo uovo
siepe curva assodata
risuona
*








irrorare il seno di un minuto interminabile
con l’acqua franta della luna
e nella sostenibile durata
bere il latte
ruspante sincrono
della pazzia
*



si sbenda il fenomeno
e silenzio puntella la sua trafittura
*








l’acqua che in talete bolle, evapora
anassimene l’aspira e rinomina

fuga dall’alba
velocissima fuligo
nessuno adempie un sistema
*



si dice pleroma il cancro del nulla
e assioma
il canto dell’asso di picche tra due mani
*








il mistico non può non gustare
la tenerezza della carie che avanza
*



non si sa quant’aura
la lettera,
falce del fenicio
da una notte profetica
tagli
*





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