mercoledì 26 dicembre 2012

Giuseppe Borrone su “Il Sospetto” di Thomas Vinterberg


(titolo originale: Jagten)



Regia: Thomas Vinterberg; Origine: Danimarca, 2012; Durata: 1h 46’; Distribuzione: Bim; Genere: Drammatico; Cast: Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Annika Wedderkopp, Lass Føgelstrom; Sceneggiatura: Thomas Vinterberg, Tobias Lindholm; Fotografia: Charlotte Bruus Christensen; Montaggio: Anne Østerud, Janus Billeskov Jansen; Data uscita in Italia: 22 novembre 2012


La tranquilla monotonia di una pacifica comunità scandinava è sconvolta dalle infamanti accuse di pedofilia contro un maestro dell’asilo locale. Adorato dai suoi piccoli allievi, Lucas è travolto dalle gravissime accuse. La sua vita, già entrata in fibrillazione dopo il divorzio, va definitivamente in pezzi. Le rivelazioni di Klara, figlioletta del suo migliore amico, che lo accusa di attenzioni sessuali indebite, pesano come un macigno sull’uomo. Emarginato e bollato da amici, parenti e colleghi di lavoro, restano al suo fianco solo il figlio Marcus e il padrino. In un clima sempre più incandescente, nonostante l’inverno incipiente, inizia la caccia al mostro e Lucas dovrà lottare per dimostrare la sua innocenza. Ma non sarà facile estirpare definitivamente l’ombra del dubbio. Autore di punta, insieme a Lars Von Trier, del movimento ‘Dogma 95’, e di un’idea di cinema essenziale che privilegi l’illuminazione naturale, la macchina a mano e l’assenza di musica extradiegetica, Thomas Vinterberg torna, con “Il sospetto”, dopo l’acclamato “Festen”, a puntare i riflettori sui demoni che si agitano dietro l’apparente perbenismo borghese. La spietata osservazione dei meccanismi di condanna ed espulsione che un corpo sociale “normale” mette in atto davanti al più piccolo indizio di diversità, si trasforma in una feroce parabola sull’ipocrisia dei rapporti umani. E in senso più ampio e metaforico, si allude all’ossessione occidentale di preservare dal Male – leggi: immigrati, persone di diversa razza e religione ecc. – la purezza del proprio mondo. Un microcosmo chiuso e impenetrabile, stretto intorno a rituali collettivi come la messa di Natale, la spesa al supermercato, la riunione del consiglio di classe a scuola, l’iniziazione all’uso del fucile. E pronto a coalizzarsi moralisticamente, e in maniera compatta, per respingere gli assalti esterni. Sia pure considerati tali sulla base di un semplice indizio non comprovato. Inquadrature strette, sghembe, claustrofobiche, una fotografia ambrata dai toni autunnali e una luce livida trasmettono l’angoscia di un ambiente naturale violato dalle sovrastrutture dell’uomo. Un paradiso perduto, intaccato e minacciato, dal sapore archetipico. C’è del marcio in Danimarca, dove il branco si coalizza per stanare il lupo cattivo e recuperare la primordiale armonia.

                                                    Giuseppe Borrone

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