lunedì 1 novembre 2021

Paolo Di Capua “Notte di luna” HD edizioni di Marina Bindella, Roma, 2021

 


La luna, prefigurata da un foro circolare sulla copertina nera di cartoncino ondulato che  lascia intravedere la sottostante carta che già solo per questo appare opalina, lattescente, è l’oggetto della poesia di Vladimir Majakowskij: “Notte di luna” che dà il titolo al volume (impresso a secco con caratteri mobili lignei). Il testo è presente nel libro d’artista, oltre che nella versione cirillica, anche nella versione italiana di Maria Ronacali Doria e in quella inglese di Andrey Kneller. 


Notte di luna


Verrà la luna.

È già apparsa

un po’.

Ma eccola sospesa piena nell’aria.

Dev’essere Dio

che con meraviglioso

cucchiaio d’argento

rimesta la zuppa di pesce stellare.


Le immagini che accompagnano il testo sono di Paolo Di Capua: due stampe a rilievo tratte da una tavola scolpita dall’artista, interpretata liberamente, nella fase di inchiostrazione e stampa, da Marina Bindella, la quale ha anche progettato, stampato e rilegato il volume, il quale è entrato così a far parte delle sue edizioni HD, dedicate a Helena Dalhoff.

Il volume (tirato in trenta esemplari) si presenta, in omaggio all’attività prevalentemente scultorea di Paolo Di Capua, come un libro che si apre nello spazio, che dispiega ulteriori forme all’interno del libro. L’immagine della luna, staccata dalle pagine del testo, è costituita da due ali: ripiegandole, si riforma una mezza luna illuminata, completamente bianca, che fa risaltare le tre versioni linguistiche della poesia di Majakowskij. Ma vi è anche una luna che fa capolino, distante e algida, nel buio siderale, rammentato dalle due ali nere della copertina e della quarta di copertina che una volta dispiegata che sia la parte pieghettata appaiono quale nero cosmo che ricolloca il satellite non solo nella dimensione testuale, ma in quella dell’infinito. Microcosmo e macrocosmo si trovano così incantevolmente accostati nelle pagine del libro.


Quando si tratta di libri d’artista, è necessario, ogni volta, andare a scovare, letteralmente ricreandola, la relazione tra immagine e testo, visto che tale relazione non è mai fissata definitivamente, ma è sempre desumibile da un caso particolare. Al modo stesso in cui nessuna poesia è desumibile dall’appartenere alla categoria “poesia”: il suo essere singolare non è eludibile.


Solo osservando un libro d’artista particolare si può desumere quale specifica relazione si pone in essere tra ciò che è visivo e ciò che è verbale. In tal modo si riconosce, nei due disegni che costellano il libro, una luna, mentre si vede il gigantesco cucchiaio che “rimesta la zuppa di pesce stellare”. Poiché un aspetto assolutamente affascinante dell’immagine è che si presta ad assumere i significati del testo. Li assume per contiguità e vicinanza, nel presente caso. Quello che si sarebbe detto essere solamente un cerchio a cui sono sovrapposti archi di cerchio aventi un differente colore e che sono variamente disposti e sovrapposti ad altri e conservanti un rapporto con i sottoposti attraverso la trasparenza di un diverso strato di pigmento, rappresentano in realtà la luna e un gioco di cucchiai stanti ad indicare il movimento dell’utensile nel rimescolìo del liquido lunare. La luce, questo strano fenomeno che sembra  dissolvere la sostanza, in realtà non perde la forma: un fascio luminoso o la sua proiezione su un piano delinea nitide sagome. È in grado di replicare, frangere, dislocare, diffrazionare. Le forme sembrano così apparire come entità puramente mentali. E forse non è questo, anche questo, il mondo delle pure idee?

E la luce non appare più luminosa, assoluta protagonista rispetto al nero inghiottente, rispetto a quell’infinito non immaginabile, nel quale si può porre qualsiasi idea, senza mai saturarne lo spazio? E allora la luna, capovolgendo il libro, appare bianca, ritagliata nella luminosità solare, differita dalla stessa, in quanto essa ci appare solo perché dal sole intercettata. Si può richiudere lo scrigno/libro. Riaprendolo si avranno ancora altri pensieri....


                                                                                        Rosa Pierno






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