La rivista d’arte “libretto”, numero 18 (2°semestre 2012) edito da Pagine d’Arte, si configura come un vero e proprio racconto
sull’arte, con testi aventi il respiro lungo della meditazione e del piacere e aventi
interesse per il recupero di vicende artistiche, di oggetti ed eventi legati
alla qualità e non alla novità. Il
racconto, nello svolgersi dei testi di vario argomento e riguardanti diversi
ambiti artistici, (pittura, fotografia, arte dei giardini, cinema, architettura,
design e illustrazione), configura,
appunto, un’attenzione estranea alle mode e ai mercati.
La rivista segue, più precisamente, un
itinerario che è sempre scoperta dell’inusuale,
del non giustamente valorizzato e in questo senso consente di conoscere cose
che altrimenti resterebbero insondate. Così come è attenta anche al valore del
recupero: si veda il testo sulle serre di Auteuil, un incanto minacciato nel
quartiere del Bois de Boulogne.di M. Claivel, con la descrizione di ciò che è
stato, ciò che è e che cosa si prevede diventi questo bellissimo giardino.
Concentrandosi geograficamente in
un’area che abbraccia non solo il suolo nazionale, ma anche la Svizzera e la
Francia, consente di conoscere artisti
d’oltralpe, i quali sono accomunati, nella loro pratica, da una passione che
non concede deroghe all’improvvisazione. In ogni caso, la specificità del punto
di vista inerente alle varie espressioni artistiche traccia una sorta di
allargamento dell’orizzonte coincidente con un modo particolare di guardare e
analizzare le prospettive.
In questo numero, il breve saggio “Abitare nel
collettivo, vivere nel domestico”, a cura degli architetti Giacomo e Riccarda
Guidotti, è dedicato a un progetto di villa unifamiliare che utilizza i dati
paesaggistici di scarso valore estetico come elemento progettuale, basandosi esclusivamente sull’interno e
chiudendosi all’esterno, mentre il testo sulle opere micrografiche, costruite con
minutissima calligrafia tracciante disegni sorprendenti, appartenenti alla
collezione Braginsky esposte al Landesmuseum di Zurigo, consente a O.
Muscardini, richiamando in causa l’ultima grafia di Robert Walser come
manifestazione patologica, di mettere in rilievo come essa s’innesti sempre in
un ambito comune sia all’etico sia all’abilità sia all’enigma.
Ma tante sono le pagine che sviluppano
temi interessanti: da quelle sulle attrici delle pellicole hollywoodiane degli
anni trenta, a quelle dedicate agli artisti Ercan Richter, Dino Baiocco, Daniel
Lifschitz, Imre Reiner, Italo Valenti, Emilio Tadini, fino a quelle di Raffaele La Capria che parla dei testi in cui
ha messo in evidenza l’assoluta necessità della bellezza. Insomma un itinerario
insolito quanto vario e appassionatamente percorso.
Nessun commento:
Posta un commento