Disegno di Giulia Napoleone per la poesia "Finis Mundi" di Fabio Merlini,
agosto 2016, inchiostro su carta Lafranca, Cerentino, CH, cm. 44x57
Un testo di Giulia Napoleone sull'incisione nel catalogo "Maestri-Allievi" in occasione della mostra tenutasi a Palazzo Gasparini a Mercatello sul Metauro, 1996, a cura del Conservatorio europeo di arti e mestieri.
Nel tempo che passa tra l'inizio dell'incisione di una lastra e la prima prova di stampa muore un progetto, un'illusione, nasce un'immagine; mi ripeto queste parole che riflettono uno stato d'animo destinato a ripetersi nel tempo.
La morte dell'illusione è solo apparentemente uno sconforto che viene dal non aver raggiunto lo scopo: viene dal verificare di non essere riuscita, ancora una volta, a dire esattamente quanto volevo. Ma ogni volta nasce un'immagine che si avvicina alla mia visione interna e penso che la prossima volta, cioè la prossima lastra, mi svelerà l'immagine intuita. Il conflitto, che vivo quando l'immagine si presenta simile alla precedente e a quella che seguirà, è legato in modo insondabile alla tensione dello spirito.
Il mio lavoro nasce da una visione, da una suggestione del mondo sensibile. La visione è spesso evocata da un verso-immagine, da una linea di passaggio, dal tramutarsi della luce o dal trascorrere del tempo. All'origine del mio processo creativo è spesso un'idea che vuole diventare immagine. La prima fase del lavoro si svolge in meditazione concentrata sul pretesto che si è insinuato in me e deve vivere di vita propria. L'immagine è definita, ma il processo di chiarificazione è spesso accidentato. Affido a percorsi obbligati il mondo di ombre indistinte che chiedono di assumere una forma che sarebbe non rappresentabile se libera da costrizioni.
La precisione deriva dalla necessità di rendere la forma chiara, ordinata, leggibile e farne vivere e vibrare ogni più piccolo angolo, quasi granello di un immenso pulviscolo. I tempi di lavoro sono per me obbligatoriamente lunghi. Penso che il significato dell'arte stia proprio nel corpo a corpo con la materia, con la forza opaca che si contrappone alla materia da manipolare. Il tempo del lavoro si identifica con quello della vita e lo scopo è dare qualità ai propri tempi. Il lavoro fa coincidere intuizione e espressione e non è fine a se stesso, ma via alla conoscenza di sé.
Giulia Napoleone
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