martedì 17 maggio 2011

Il libro fotografico di Jeannette Montgomery Barron “My Mother's Clothes” Welcome Books, 2010


Costruire con gli oggetti una presenza, l’esistenza, l’individualità di un essere umano e fotografare tale corredo residuale inanellando una narrazione non è una descrizione sufficiente a esaurire il nucleo centrale  dell’ultimo lavoro della fotografa americana Jeannette Montgomery Barron  My Mother's Clothes”, raccolto nel libro edito da  Welcome Books, 2010, di cui si sono già svolte diverse mostre in America e in Italia. Anzi, non è che l’inizio di un’azione ricostruttiva costantemente interrotta e deviata dal rapimento che gli abiti o gli oggetti appartenuti alla madre dell’artista  Eleanor Montgomery Atuk   producono in noi. Un paio di occhiali posizionati su un piano scuro in posizione non centrale, di cui si ammira il miracoloso equilibrio compositivo che l’oggetto stabilisce col piano, la catenina col porta profumi, al centro della fotografia, ma  contornata da una grandissima porzione di spazio, in cui a onta di tutto,  il piccolo oggetto non si disperde, ma regge lo sperequato rapporto di forza col fondo. I fondi, tutti straordinari, la vera scommessa di queste foto. Ogni abito contestualizzato con elementi che si pongono come  opposti o complementari: l’abito di cotone color crema con volant e gonna lunga e arricciata sulla bandiera americana a rafforzare la tipologia popolare e tradizionale dell’abito,    la giacca di seta con disegni giapponesi distesa in aperto dissidio su una stoffa a motivi jacquard, un gilet di montone che colloquia con uno sfondo di disegni blu francesi di gusto settecentesco in cui sono messi in rapporto natura e architettura, una pelliccia adagiata su un verdissimo prato, il vestito di seta ecrù con ricami in oro che echeggia su una tela di cotone della medesima tinta, la quale ne replica le pieghe, le righe zebrate che rinforzano il carattere del già spiritoso e ruggente soprabito rosso corto e senza maniche o la giacca zebrata che non stride con il tappeto persiano.


Ogni scatto denuncia una preparazione, una riflessione che valuta pondi di elementi estetici, che equilibra forma con colore, in un  bilanciamento di forze che somiglia a quello che si deve cercare in architettura tra le forze statiche.     Non si possono sfogliare rapidamente queste pagine: ognuna presuppone una valutazione delle scelte formali, con il loro carico semantico. Le fotografie di Jeannette Montgomery Barron non sono mai concettuali, non presuppongono la decrittazione di un pensiero a cui far riferimento come a una griglia esterna  sopraggiunta, addizionata, ma risiedono in maniera traslata (dal punto di vista del mezzo utilizzato) totalmente e pienamente nell’area della pittura. In qualsiasi scatto dell’artista si possono individuare elementi ascrivibili alla tradizione pittorica: luce/ombra, profondità/superficie, figura/fondo, colore/disegno. Il carico semantico, a cui facevamo riferimento, è reperibile in ogni cosa. Ad esempio nelle relazioni che Jeannette Montgomery Barron istituisce tra oggetto e sfondo vengono traghettate informazioni sulla madre: un’estrema raffinatezza coniugata con una spontanea semplicità e immediatezza, un impegno intellettuale intrecciato con una presenza affettiva concreta e risolta, un’elegante fermezza modulata con una grande flessibilità. Certo, è leggibile anche il dolore per la sua perdita: quel vestito blu reclinato sulla poltrona a cui manca il corpo o la cuffia da bagno che più di ogni altra cosa fa venire in mente che non sarà più utilizzata.   Non possiamo sapere nient’altro della madre di Jeannette, tramite le sole foto, nessun’altra informazione che questa, dei suoi meravigliosi abiti, del suo gusto infallibile nello sceglierli, ma non ci pare affatto poco. L’eccellenza nel buon gusto è garanzia per noi di una ricchezza che c’investe, di cui ci nutriamo. Le foto, così sontuose e splendide, ricche e nitide, dai folgoranti colori e dalla stagliata precisione dei profili, sono una meravigliosa invenzione artistica, a prescindere dal pretesto che le ha comunque originate.

                                                                                                        Rosa Pierno
http://www.jeannettemontgomerybarron.com/
http://www.welcomebooks.com/mymothersclothes/

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