sabato 26 ottobre 2019

Visione senza luce, poesia inedita di Giorgio Bonacini





                            

Visione senza luce


Immemore 
in un tempo raggelato 

Inaffidabile tempesta 
sregolata 
ma scandita
in un’ipotesi di luce sempre giù 
nel giù più scarno. 

Navigando ne misurano la voce  
poi dimenticano 
il peso della voce

Allora giù  
fermi a una forma tempestiva 
che resiste 
al buio nudo 
buio avverso che non lascia

Segni tracce esitazioni
ascolto tutto 
perché tutti gli animali sono al buio 
che ci ascoltano nel tutto

Prepariamoci a contare le parole 
a riconoscere gli accenti 

Gli animali sono stanchi 
il sogno è perso 
i sassi gonfiano 
le piante e sono nubi sono grandi


                                  Giorgio Bonacini
                                      


Le parole diventano di pietra se le produce il dolore, non scalfibili, forse solo ripetibili per dire quel poco che se ne può dire, in quella forma scolpita, fissa che le rende non vane e non precarie. Sono parole a lungo covate, quasi il risultato di una lunga fase di sedimentazione, di una premeditazione capace di rendere ciascun vocabolo un atto insostituibile. Giorgio Bonacini, in questa sua recentissima poesia, inedita, Visione senza luce, ha forse ottenuto l’effetto contrario: rendere lampante la finitezza del dolore. 


In tale affresco, illuminato a giorno, giacché il poeta ottiene l’effetto opposto, contrario alla situazione ignota, di cui si preavvisano solo alcuni segni premonitori, ma che sono già sufficienti a illuminare lo stato del vivente, le parole appaiono essere la salvezza, la possibilità di dire e di comunicare, di comprendere se stessi e gli altri. Ogni più piccolo segno o avvenimento può essere tramutato in lapidea parola. Anche se la serenità quotidiana è franta e incombe un minaccioso evento, di cui l’ambiente si fa messaggero – quella natura a cui siamo intimi ed estranei – il linguaggio si fa diga e setaccio, è monumento della precarietà e irruzione nell’eterno.

                                                                                             Rosa Pierno

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