Inizia con l’esposizione del 29 novembre 2011, un ciclo di tre mostre-evento nate dalla collaborazione tra Barbara Martusciello, Massimo Prampolini e Cristian Stanescu dedicate dalla Galleria La Nube di Oort di Roma al complesso tema, quanto mai attuale, dell’estraniamento.
La manifestazione prevede una successione di collettive e conversazioni dedicate alla questione dell’estraniamento come reazione individuale a uno stato di intensa alienazione, ai non-luoghi – come nella definizione del sociologo Marc Augé – alla società liquida – come pensata da Zygmunt Bauman – e a una serie di problematiche connesse all’attuale realtà socio-esisenziale.
Giocate sulle sottili differenze linguistiche straniamento/estraniamento, queste esposizioni, affiancate da incontri tematici, con letture e conversazioni, tratteranno il tema del dolore e della frustrazione che spingono un essere umano a non riconoscersi più in niente. Non è, questa, solo una reazione personale estrema: alberga in tutte quelle situazioni sociali e politiche di grande scollamento fra cittadini, o una parte di essi, e potere. Sono condizioni da ultima spiaggia in cui si tenta, anche attraverso la perdita della propria identità, di negare uno stato d'insopportabilità. E non basta cambiare paese per sfuggirci: non si evita l’altro dramma, quello di sentirsi straniero in patria, con l’enorme problema delle migrazioni e dei nomadismi, da sempre presenti nella storia del mondo.
La prima e la terza mostra del ciclo (e)Straniamento parleranno di sofferenza e condizione umana, di società alienante e reazione sociale, mentre nella seconda mostra e nell'incontro connesso, verrà proposta una riflessione sullo stretto rapporto tra estetica e straniamento, come prefigurato dai formalisti russi del gruppo ostranenie agli inizi del XX secolo e dalle avanguardie artistiche da Dada in poi, nell’arte come nella letteratura.
La prima esposizione apre il 29 novembre con gli artisti Anita Calà, Oan Kyu, Daniela Monaci e Marcello Mantegazza che presentano lavori video, fotografici e mixed media dove l’uso del corpo al centro dell’analisi visiva riflette in maniera peculiare il concetto portante dell’intera iniziativa.
Il video “ANITA C.” di Anita Calà e le fotografie della performance di Marcello Mantegazza ci introducono al tema dell’identità e della sua perdita. Se la Calà si autoritrae in condizioni emotive tanto diverse e tanto intense da suggerire una possibile disgregazione interna in situazioni-limite, Mantegazza si sottrae e si protegge con l’impacchettamento della propria testa.
L’opera di Oan Kyu e il video Il passaggio di Daniela Monaci parlano invece delle costrizioni imposte dalla mera sopravvivenza. Nel video di Daniela Monaci, il passaggio di un fiume minaccioso aspetta i personaggi, ridotti a ombre senza identità, simbolo della precarietà della loro condizione. Nella fotografia di Oan Kyu la parete di marmo con scritte romane, simbolo del potere costituito, sembra insensibile alla supplica, scritta in un linguaggio incerto, della giovane zingara.
In chiusura della prima mostra, nella Conversazione organizzata ad hoc, Barbara Martusciello parlerà delle opere esposte, mentre Daniele Pieroni introdurrà la lettura di alcune poesie di Camillo Sbarbaro ed Eugenio Montale. Completerà la serata il monologo teatrale La strega azzurra di Marco Avarello: un pezzo drammatico dal ciclo Streghe dedicato da Avarello al problema dell’alienazione femminile.
Cristian Stanescu
La Nube di Oort, Via Principe Eugenio 60, 00185 Roma
Apertura: da martedì al venerdì, ore 17.30-19.30 e per appuntamento
tel. 338 3387824 E-Mail: stanescu@alice.it
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