Mostra presso la galleria Patrick Heide Contemporary Art, Londra, dal 20 aprile 2011 al 21 maggio 2011
I supporti sono stati oggetto per Claudio Adami di una ricerca ossessiva quanto lampante. Il movimento per cui si tende a conservare in tutti i recipienti possibili, la cancellazione operata con la scrittura è un’azione che sfida lo stesso concetto di paradossale. Cosa, infatti è più definibile come tale se di fatto lo si realizza? E da quale punto in poi il paradosso non si riesce più a ravvisare? La pila di contenitori, scatole di cartone e di alluminio, che vengono sovrapposte a formare un muro, avendo sovrimpressa la data iniziale e finale a cui si riferisce la documentazione in esse contenuta, dà, a fronte della disposizione casuale, ovvero determinata dall’incasellamento che le dimensioni consentono nella muraglia, una sensazione di ordine da cui non si può prescindere. Un ordine senza revoche, senza deroghe, che il contenuto della documentazione, uguale a parte il supporto su cui viene registrata, fa risuonare in maniera ancora più trascendente. Una sorta di distacco dall’immanenza ottenuta attraverso una biografia tracciata apponendo segni il cui valore espressivo è la cancellazione. Un ordine che sovrasta e domina. E che non è che intuibile; conoscibile soltanto volontariamente aprendo una per una le scatole e scoprendo al loro interno la modalità organizzativa di tale scrittura, la quale è determinata dal contenitore: fogli sciolti, rotoli, schede, cartelle. Il che vale come un inno documentario, una raccolta pedissequa delle forme su cui si può scrivere e delle date di tale impegno, di tale assertoria dedizione: è in questo modo che un’esistenza viene spesa ed eccoci ritornati nel modo nell’immanenza. Siamo, dunque, all’interno di polarità che sono centrali nella ricerca di Claudio Adami e questa mostra londinese ripercorre le tappe più salienti di un percorso che solo apparentemente è monocorde. L’arte richiede uno sguardo acuto, attento alle più riposte pieghe e soprattutto per lavori come quello di Adami in cui la raffinatezza raggiunge altissima cifra. Oltre che, naturalmente, farsi strumento di un messaggio che è quello precipuo dell’arte, la quale fa della scrittura un’immagine.
Rosa Pierno
http://www.patrickheide.com/
il segreto è il supporto, l'oggetto che reciproca l'atto. hai letto Carlo Sini in "teoria e pratica del foglio-mondo"?
RispondiEliminaNo. Seguo Sini, ma non conosco questo libro. Lo farò senz'altro! Grazie mille!
RispondiEliminaRosa