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giovedì 10 novembre 2011

Tiziana Colusso “Il suono del possibile” da “Il sanscrito del corpo” Fermenti, 2007


“Vorrei volare, nuotare, abbaiare, muggire, urlare, vorrei
Avere le ali, un guscio, una scorza, soffiare del fumo, avere una
Proboscide, torcere il corpo, dividermi ovunque...”
(G. Flaubert, La tentazione di Sant’Antonio)


Solo la musica forse sa la lingua
del possibile – il prima e il dopo di ogni esistenza
le branchie riassorbite in polmoni
lungo lente emersioni dai fondali
le braccia che si sono allargate ad abbracciare il vento
dei canyon e dei ghiacciai
o lo faranno nelle prossime soste
del divenire, e già premono le penne remiganti
a farsi avanti sotto gli strati di pelle e tra le unghie,
il timone caudato che ci ha guidato
in chissà quali migrazioni
lungo le correnti del tempo turbolente
su e giù dall’oceano senza bordi né fine
samudra che è partenza e arrivo –

Le note di un pizzicato butanese, nostalgico di nevi,
le arie dolenti di una Butterfly che tradisce
i suoi dèi soavi per un infido idolo coloniale,
la fisarmonica sensuale che fa sudare
i suonatori nei baccanali agresti,
o forse soltanto il soffio che dalle montagne si incanala
negli strumenti o in gole di pietra e carne –

respiro della materia - musica - muto canto di ossa



Samudra – (sanscrito) Oceano della vita



La possibilità insita nel divenire, e non certo nell’essere, di attestare le mutevoli forme, seguendo le quali molto concretamente si può descrivere la metamorfosi dell’evoluzione, le trasformazioni del corpo, la storia stessa dei corpi, non può essere unicamente affidata al linguaggio. Non sarebbe, inoltre, resoconto completo né esaustivo quello che tentasse di seguire le volute e i mutamenti degli oggetti, dei corpi, degli stati d’animo, dei pensieri  senza perlustrarne anche le zone oscure, spurie, ambigue, infide che tali processi accompagnano e non solamente come materiali di risulta. Quantunque indicare sia già importante, come importante decidere di mettersi dalla parte di ciò che non trova facilmente collocazione, classificazione, inserimento in una linea evolutiva, è tuttavia necessario che questo atto si accompagni con la decisione di non scartare il resto. Funzione raccolta, nella nostra cultura, preminentemente dalla poesia.  Ma nel linguaggio, il poeta più accorto trova lacune e insufficienze e mai come in questa poesia di Tiziana Colusso, “Il suono del possibile” tratta da “Il sanscrito del corpo” Fermenti, 2007, è dichiarata in maniera così decisa e perentoria l’esigenza di valutare queste carenze, di tenerne conto. Non si tratta soltanto di una denuncia, di una espressa difficoltà, perché qui la Colusso individua anche la modalità che a suo parere riesce a superare l’impasse. In maniera estremamente avvertita, la Colusso riconosce alla musica l’indeterminatezza assoluta, eppure, la sua capacità di evocare ciò che manca per completare il quadro d’insieme, per ripristinare lacune nella visione, per tirarsi dietro l’indesiderato e il diverso, ciò che è stato scartato eppure foriero di eventuali possibilità. E’ con la musica che la mente ricostruisce visioni dove diventa possibile unire cose divise, cose razionalmente riconosciute come distanti, e dove anzi la ragione si lega all’emozione in una sintesi in grado di superare la convenzionalità temporale e persino fisica. E’ certamente una sintesi che lega l’incompossibile, una sutura dello scibile umano che dona il senso della relatività e anche della propria posizione, proprio mentre si è immersi nel fluire delle immagini che la Colusso così sapientemente lega.   



Si ricorda che è in linea il numero della rivista internazionale di letteratura “Formafluens”  n. 4/2011 (ottobre-dicembre2011) consultabile all’indirizzo http://www.formafluens.net/  di cui Tiziana Colusso è direttrice.



Biografia
Tiziana Colusso (www.tizianacolusso.it) Autrice di narrativa, poesia, testi teatrali, fiabe, saggistica. Nel 2009 ha fondato e dirige FORMAFLUENS - International Literary Magazine (www.formafluens.net). Dopo la laurea in Letteratura Comparata a Roma ha vissuto a Parigi, specializzandosi all’Université Paris-Sorbonne. È dal 2004 Responsabile Esteri del Sindacato Nazionale Scrittori e dal 2005 al 2011 è stato membro del Direttivo dello European Writers’ Council, Federazione delle Associazioni di autori dei paesi europei, con sede a Bruxelles. Tra le sue pubblicazioni: La lingua langue (traduzioni di alcuni suoi testi poetici in dodici lingue, prefazione del Prof. Jean Charles Vegliante - Université Sorbonne Nouvelle) Ed. Eurolinguistica 2010; Il sanscrito del corpo, Fermenti 2007;  Italiano per straniati, Fabio D’Ambrosio Editore, 2004; La criminale sono io – ciò che è stato torna a scorrere  Arlem 2002, riedizione in eBook 2011, sito letterario “Larecherche.it”; La terza riva del fiume, Ed. Impronte degli Uccelli 2003; Né lisci né impeccabili, Arlem 2000, Il Paese delle Orme, Edizioni Interculturali 1999; Le avventure di Gismondo, mago trasformamondo, GIARA Edizioni Musicali, 1998.  Ha partecipato a numerose antologie di prosa e poesia e a vari Festival Letterari in Italia e all’estero. E’ redattrice della web review “Le Reti di Dedalus” e collabora riviste, enti e istituzioni culturali.

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