(disegno di Stefano Iori)
Rabbi Bunam ebbe a dire:
Continuamente passiamo
attraverso due porte:
fuori di questo mondo
dentro il mondo futuro
e di nuovo fuori e dentro
(Da I racconti dei chassidim di Martin Buber, Garzanti, Milano, 1979)
Fintanto
Si rallegra il giovane
cui un demone gentile
assegna lieti istanti
di luce e grazia
Memoria garbata
di giorni beati
sarà trofeo
di quella fortuna
È benevolo
il piccolo dio
Poi
Avide ombre appaiono
Materia d'illusione
Parvenze di senso
che urlano e non dicono
Angeli rapaci
negano l'infinito
La linfa loro
è artificio e pretesto
Dopo la gioia
ecco il declino
Quindi
Pelle di carta
pupille cieche
tremulo fiato
Orrore in petto
Fiacca preda
di tonda mestizia
giace la mente
nell'afono buio
Il senso d'esistere
ai minimi di legge
Infine
La sostanza del vivere
è immenso sogno
Faro oscuro
tenebra lucente
Atropo ha orecchio acuto
e saluta il servo
eternamente libero
da ferri di menzogna
Lucide cesoie
estremo cesello
Oltre
Morte si oppone a nascita
Non sa che farsene la storia
di preludio e ultimo assolo
La sinfonia sta in mezzo
Mosaico di stelle
fermo e chiaro
Solo nel congedo
lo spartito si disegna
Il dovuto il donato il rubato
Di là da sé sboccia lo stupore
Nessun commento:
Posta un commento