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lunedì 5 novembre 2012

Hokusai “Manga” L’ippocampo, 2007

Il volume di Hokusai “Manga”, edito in Italia da L’ippocampo nel 2007, è stato curato da Jocelyn Bouquillard e Christophe Marquet e le bellissime immagini ivi riprodotte provengono dalle collezioni della Bibliotèque Nationale de France.
Hokusai, “maniaco del disegno”, come egli stesso amava definirsi, ci ha lasciato “migliaia di opere di grande pregio sia per valore estetico che per varietà estetica: dipinti, disegni, incisioni, libri illustrati e manuali didattici. Questo libro effettua una selezione da quella che può considerarsi una vera e propria enciclopedia ad immagini, i Manga, appunto, costituita da oltre ottocento pagine e quattromila motivi “raccolti in quindici volumi e pubblicati fra il 1814 e il 1878”. Senza nessuna soluzione di continuità, i disegni spaziano dal mondo vegetale, animale e umano  al mondo soprannaturale, costituendo una vera e propria summa iconografica, benché rappresentata in maniera frammentaria o destrutturata. Il nome stesso Manga, che oggi identifica i fumetti, fa riferimento a “disegni eseguiti sotto l’impulso dell’ispirazione, liberamente e senza ordine”.

Nato dalla volontà di costituire un manuale di disegno utile agli allievi, il corpus dei disegni mostra l’assoluta libertà e la potente immaginazione del suo creatore, il quale lo usa anche come un mezzo per indagare i meccanismi della natura. I fogli sono spesso conditi da una certa dose di ironia, quando dà vita a scene sconvenienti e smorfie, o da osservazioni attente e precise, quando segue con affettuosa aderenza le attività quotidiane di contadini e artigiani. Anche la scala e i dettagli della rappresentazione mutano continuamente: si va dalla rappresentazione di un laborioso insetto ai paesaggi, dalla precisione nella restituzione delle componenti architettoniche alla mutevolezza delle condizioni atmosferiche.

D’altronde, già l’indicazione data dallo stesso Hokusai di “Iniziazione alla trasmissione dell’essenza delle cose” introduce al fatto che nella cultura giapponese, e come rilevato da F. Jullien, l’’interesse è volto alla semplificazione estrema dell’aspetto esterno, al fine di riprodurne lo spirito.  H. Focillon ha inteso descrivere questa enciclopedia per disegni, questo dizionario per immagini come sostenuto non dal capriccio o dall’occasionalità, ma da una volontà di ordinare e di sistematizzare. Il libro, interamente da guardare, si suddivide per temi iconografici: la montagna e l’acqua, le variazioni del clima e della vita vegetale, gli animali, il mondo degli uomini, l’universo dei mostri e degli spettri, le divinità e i guerrieri, i dettagli architettonici e gli utensili. 

Vogliamo aggiungere che nessun disegno è formato soltanto dalla linea di contorno, ma che ogni superficie è rappresentata soprattutto attraverso la sua tessitura tesa a restituire la particolarità cogente della materia, il suo porsi in articolato dialogo con le altre materie, quasi a controbilanciare il rigido con il soffice, la trasparenza con l’opacità, la consistenza con la volatilità. Addirittura, i dettagli superano per abbondanza e ricchezza le linee di contorno, i particolari sopravanzano l’oggetto rappresentato, lo annegano nella totalità del mondo circostante. Il dettaglio è ciò che si percepisce prima ancora del generale che pure lo comprende. Disegnare il mondo qui vuol dire prima di tutto coglierne le differenze disseminate, e solo in un secondo tempo, le armonie, gli equilibri formali. La pagina non può essere esaurita dallo sguardo, che letteralmente vi si disperde, affonda come nella neve tra le tacche e i punti, le retinature e le campiture segniche. Questa alfine non si può definire più enciclopedia, ma mondo delle apparenze in cui il soggetto non trova l’uscita, perde il filo, smarrisce il riferimento tra il sopra e il sotto, tra ciò che è vicino e ciò che è lontano. Trappole di avvolgente, serica bellezza, a cui un colore delicatissimo, tra il pesca e il grigio, dona una tonalità suadente e placata che equilibra la motilità inesausta dei segni.


                                                                                     Rosa Pierno

1 commento:

  1. Ho trovato questo articolo per caso, cercando informazioni su questo volume, che ho trovato ieri in libreria e che non smetto di guardare. Complimenti per il suo lavoro.

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